(Sezione in aggiornamento)
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La chiesa romanica di San Simplicio, ex cattedrale del Giudicato di Gallura, è probabilmente il monumento più importante della Gallura ed è intitolata al culto di Simplicio, patrono della città di Olbia e della Gallura, per la tradizione cristiana martire sotto le persecuzioni dell’imperatore Diocleziano.
Costruita interamente in granito, è oggi inglobata nel pieno centro cittadino, circondata da un piazzale dove si notano diverse pietre miliari romane.
L’edificio fu eretto in tre periodi distinti, con tecnica costruttiva mista di conci di granito e mattoni: i muri perimetrali, l’abside ed i pilastri sono da ascrivere alla seconda metà del XI secolo, mentre nei primi decenni del XII furono completate la copertura e sopraelevazione dei muri delle arcate laterali. Nel decennio successivo fu portato a compimento la copertura e la realizzazione della facciata. La chiesa evidenzia la formazione toscana di progettisti e maestranze, con originali soluzioni, prima fra tutte l’abside orientato verso occidente.
La chiesa originariamente sorgeva all’esterno dell’antica città medioevale, il cui nome era Terranova, circondata da un ampio cimitero utilizzato precedentemente fin dal IV secolo a. C. (età punica).
L’interno è a tre navate, spartite da sette pilastri e cinque colonne. Nel presbiterio si trova l’antica statua di San Simplicio, pregevole scultura di legno dorato risalente al ‘600. Sono inoltre presenti tre antichi affreschi rappresentanti altrettanti Santi Vescovi.
L’area su cui sorge la chiesa cela precedenti fasi di culto extraurbano, prima forse fenicio poi greco, punico, romano e paleocristiano, come dimostra il sito archeologico della Necropoli di San Simplicio, visitabile nel sottosuolo della piazza antistante.
La chiesa è situata in via San Simplicio, nel centro storico di Olbia.
La Chiesa di San Paolo Apostolo sorge su un’altura del centro storico di Olbia, nell’area dove in epoca romana si trovava un tempio dedicato con ogni probabilità alla divinità Melkart-Ercole.
L’impianto attualmente visibile si fa comunemente risalire alla metà del XVIII secolo, come dimostrerebbe un’epigrafe su un arcone interno che riporta l’anno 1747.
Nel 1939 l’edificio venne ampliato: la pianta della chiesa divenne a croce latina e fu costruita una cupola sormontata da lanterne e rivestita di maioliche policrome, oggi icona della città.
All’interno dell’edificio sono presenti due statue lignee del Settecento dedicate al Sacro Cuore e a San Francesco, l’altare maggiore, costruito interamente in marmo, e il pulpito ligneo in stile veneziano. Le pareti sono affrescate con dipinti rappresentanti la Via Crucis, mentre la sacrestia custodisce degli oggetti d’arte in argento: un’aureola e dei sandali dell’Assunta, risalenti al Seicento.
Secondo le indagini archeologiche, probabilmente già nelle fasi fenicia e greca della città e nelle successive epoche punica e romana, in quest’area sorgeva un santuario dedicato al culto del dio fenicio e punico Melqart, ovvero l’Eracle dei Greci e l’Ercole dei Romani.
La testa della statua di Ercole esposta al Museo archeologico di Olbia è una copia, risalente all’età romana, della statua del culto del santuario.
La chiesa è situata in Piazza Civitas, nel centro storico di Olbia.
Il castello di Pedres simboleggia e rappresenta, insieme alla chiesa romanico-pisana di San Simplicio, il pieno periodo giudicale di Olbia. La sua origine, infatti, si fa risalire tra il 1296 e il 1322, e la committenza è attribuita ai Visconti, la potente famiglia di Pisa che dominò il giudicato gallurese per quasi tutto il XIII secolo.
Il castello caratterizza tutta la parte meridionale della conca olbiese, interamente dominata dall’edificio nonostante esso sorga su una rocca di soli 89 mt.
L’impianto fortificato si compone di due piazzali cintati che integrano la rocca strategica naturale.
Quello superiore è costituito dal mastio, da un ambiente di servizio ora crollato, da un edificio residenziale con volte a crociera e da una cisternetta isolata.
Il mastio, conservato per un’altezza di oltre mt 10, originariamente era suddiviso in quattro ripiani lignei, con in cima un terrazzo pavimentato in cocciopesto.
Si può prudentemente ipotizzare che il nome del fortilizio sia derivato dalla presenza della vicina Villa Petresa, o Petrosa, il piccolo centro medievale estintosi con la crisi economica e demografica del XIV-XV secolo.
A breve distanza, si trovano due importanti monumenti d’età nuragica, la tomba di giganti di Su Monte de s’Ape ed il nuraghe Casteddhu.
Servizi disponibili: parcheggio.
L’accesso è gratuito tutti i giorni, a qualsiasi ora. È sconsigliata la visita nelle giornate con forte vento.
Da Olbia prendere la SP 24 in direzione di Loiri. Giunti al km 3,3 svoltare a destra in via Castello Pedrese e proseguire per circa due km, fino al parcheggio, dal quale si prosegue a piedi su due brevi sentieri: uno che conduce all’accesso del castello e l’altro alla tomba di giganti di Su Monte ‘e S’Ape.
Autobus del trasporto pubblico urbano ASPO (www.aspo.it) linea 12 fino alla fermata Castello di Pedres e proseguire a piedi per circa 1,8 km.
Parohia Ortodoxă Română Olbia
La chiesa della parrocchia ortodossa rumena di Olbia è un esempio di architettura sacra della Romania, dove le chiese lignee sono costruite tutte ad incastro, senza l’utilizzo di chiodi.
Questa piccola meraviglia è l’esempio della maestria degli artigiani rumeni, un’ élite di costruttori e intagliatori del legno che, insieme ai preti hanno tramandato la sacra missione di dare una “casa” alle comunità ortodosse rumene in patria ed all’estero.
Per visitarla si può contattare il parroco Padre Marian Gaina parohiaortodoxaolbia@yahoo.com
https://www.parohiaortodoxaolbia.com/
La chiesa è situata in Via Marie Curie.
martedì | Chiuso |
mercoledì | Chiuso |
giovedì | Chiuso |
venerdì | Chiuso |
sabato | 17–20 |
domenica | 08:30–13:30 |
lunedì | Chiuso |
A Olbia si trovano ben 13 chiese campestri:
Durante la vostra permanenza olbiese vi consigliamo di partecipare a una festa che si svolge nelle chiese campestri di Olbia.