Nel cuore dei monti granitici per le vie dell’acqua
Dallo spiazzo in cui si è parcheggiato, occorre saltare un cancello abbastanza basso, per iniziare a camminare su una strada sterrata in direzione sud.
La strada è prevalentemente in piano, ma ben presto comincia lievemente a salire, sempre più ingombra dalla vegetazione. Di fronte a sé, l’escursionista può osservare un evidente valico tra le cime granitiche di P.ta Muvrone (a destra) e P.ta Aratena, che costituisce il passo da raggiungere. Si arriva a un bivio alla destra del quale si individua un ampio muraglione: è la prima delle raccolte d’acqua della zona di Beddoro, toponimo che definisce tutto l’ampio costone in cui ci si trova e che è ricchissimo di sorgenti.
Proseguendo sulla sinistra, per un sentiero occupato dai cisti, si scende poi rapidamente nel bosco, passando accanto ad un’altra costruzione per la raccolta dell’acqua e risalendo per la massima pendenza, fino a giungere a quota 265, dove si incontra un altro bivio: si prende a destra, inoltrandosi nella macchia alta composta prevalentemente da corbezzoli e giovani lecci.
Il sentiero, ben segnato, serpeggia tra roccioni granitici fino ad uscire all’aperto nel valico già citato. Si è in un luogo selvaggio e affascinante: sulla destra, la mole di Punta Balbacana attira lo sguardo, con la sua sagoma aguzza e traforata dall’erosione, mentre la vista può spaziare lontano verso Cannigione, il mare e la Corsica.
Si comincia a scendere per quello che doveva essere un antico sentiero di carbonai, in mezzo alla macchia. Man mano che si perde quota, grandi macigni tafonati circondano l’escursionista, rendendo il passaggio incantato e surreale. Si raggiunge un bivio a quota 220: è la congiunzione con il più noto sentiero che procede da Stazzu Manzoni e San Pantaleo (che si raggiungerebbe prendendo a destra) e Stazzu li Pinnitteddi.
Si prende a sinistra seguendo questo bel sentiero che concede ampie vedute sui monti soprastanti, modellati dall’erosione. Si comincia leggermente a salire, fino a incontrare sulla sinistra un bivio, nuovamente a quota 265: si prende in questa direzione, lasciando il sentiero che prosegue verso Stazzu li Pinnitteddi e cominciando rapidamente a prendere quota.
Il sentiero, come indicano alcune piazzole carbonili completamente coperte dalla vegetazione, era sicuramente una mulattiera di carbonai e porta a scollinare a quota 335 circa dove, in una lecceta giovane, ampi spazi e muretti a secco sono testimoni di un lontano utilizzo agricolo di questo luogo.
Superati alcuni grossi roccioni sulla destra, si prende in discesa, in direzione sud prima ed est-sudest in secondo luogo, uscendo dalla lecceta, immersi nella macchia dominata dalle cime di Aratena e Cugnana.
Si tiene la sinistra a un bivio successivo poco accennato, giungendo a contornare la montagna in senso antiorario, in bella vista ora di Monte Plebi, Punta Zapparottu e della stessa città di Olbia. Il sentiero continua, superando alcune zone franose di pietrame di media pezzatura, iniziando a risalire gradualmente fino a una sella con grossi muretti a secco. È qui che ci si affaccia sul mare, verso est, su Portisco e i golfi di Marinella e di Cugnana.
La vista è splendida. Questo luogo doveva rivestire una grossa importanza anche in antichità, come testimoniano i resti di schegge di ossidiana sparsi nell’area e che riconducono la presenza umana in questi luoghi direttamente alla preistoria.
Si procede a sinistra, in direzione della costa di Beddoro che si è percorsa all’andata. Il sentiero è ben evidente e porta ad inoltrarsi in un corbezzolaio prima, poi nella lecceta che si raggiunge nel punto in cui termina una strada sterrata.
Si prende a sinistra, giungendo in pochi passi a una raccolta dell’acqua; da qui a destra, in ripida discesa seguendo un tracciato probabilmente aperto durante gli scavi per le tubature. Si raggiunge un ampio spiazzo, davanti ad un’altra raccolta dell’acqua: la si aggira prendendo la destra, passando accanto ad un alto ginepro e percorrendo un sentiero che si inoltra nella vegetazione in direzione nord.
Pochi passi riconducono al primo bivio a quota 265, già incontrato all’andata. Da qui si rientra per la stessa strada.
PARTENZA
SP73 41°02’26.4″N 9°28’52.9″E
ARRIVO
SP73 41°02’26.4″N 9°28’52.9″E
PARCHEGGIO
Spiazzo sterrato lungo la SP73
COME ARRIVARE
TRASPORTO PUBBLICO
Autobus ARST linea 601 Olbia-Santa Teresa di Gallura, fermata SP73 Rocce Sarde
COME ARRIVARE
Da Olbia, percorrere la SS125 in direzione nord. Alla rotonda Piliezzu prendere la SP73 in direzione San Pantaleo. Oltrepassare a sinistra l’Hotel Rocce Sarde e proseguire dritti per circa 700 metri. A questo punto sul lato sinistro della strada si individua, accanto a un cancello, uno spiazzo sterrato in cui si può lasciare l’auto. Per raggiungerlo, tuttavia è necessario proseguire dritti fino a punto in cui è possibile invertire il senso di marcia in sicurezza.