PUNTA ZAPPAROTTU – CABU ABBAS

DURATA
2:20 h

DISTANZA
4,8 Km

ALTIMETRIA

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DIFFICOLTÀ
alta

Una montagna selvaggia alle porte della città

Itinerario impegnativo, adatto a escursionisti con buona capacità di orientamento e da evitare nelle giornate più calde.

Si parte dalla chiesa di Nostra Signora di Cabu Abbas, dove ha luogo una festa campestre molto sentita la terza domenica di maggio. Alle spalle della chiesetta si trova, verso la montagna, quel che resta del piccolo cimitero.

Si prende una strada sterrata rotabile che si trova tra la chiesetta e una piccola struttura che viene utilizzata come palco, procedendo dapprima in discesa tra gli alberi e poi in campo aperto tra alcune case.

La strada piega leggermente verso destra e si distingue già chiaramente la mole di Punta Zapparottu, la cima più alta del monte di Cabu Abbas, meta dell’escursione. Si procede tenendo la strada sterrata principale, oltrepassando un cancello sempre aperto (posteggiare qui se si è proseguiti in auto fino a questo punto) e affrontando una ripida salita, a tratti selciata, che porta in ambiente selvaggio all’ultima abitazione della zona, dove è buona norma chiedere il permesso di proseguire.

La strada termina qui, ma si prosegue facilmente inoltrandosi nel vallone dove si individuano i resti di una strada sterrata che ricalcava una mulattiera di carbonai. Il cisto va riprendendosi i vecchi cammini e resta una costante per tutto il percorso: si consiglia quindi di affrontare questa escursione sul finire della primavera, quando si può godere delle sue splendide fioriture.

Si oltrepassa una sbarra, procedendo sempre in decisa salita e lasciandosi sulla destra, poco evidenti, i resti di una vecchia cava. La strada fiancheggia alcune piazzole di carbonai e supera una catena, continuando sempre a inoltrarsi tra gallerie di cisto, fino a scomparire quasi nei pressi di un grosso blocco granitico.

Sulla destra, le forme rocciose della montagna si impongono sul paesaggio: non è raro avvistare alcune coppie di corvi imperiali e soprattutto l’aquila reale che trova in questi valloni condizioni ideali per le ascensioni sulla spinta delle correnti termiche. Tutto il vallone, inoltre, è frequentato sporadicamente dai mufloni e da un’ampia colonia di tartarughe (Testudo marginata).

Si continua a salire: si segue come riferimento il centro del grosso valico che si distingue ormai chiaramente in direzione nord-est e che si raggiunge nei pressi di un muretto a secco che segue tutta la linea di cresta. Si costeggia il muretto verso destra, puntando a un selvaggio impluvio roccioso tra rocce scolpite dall’erosione. La salita è costante, ma ripagata da numerosi scorci panoramici e fotografici anche verso la costa Nord che pian piano si svela ad ogni piega della montagna. Giunti a quota 375 circa si abbandona l’impluvio per un canalino tra le rocce, sulla destra, che porta a scendere verso un piccolo pianoro con bella vista su Olbia.

Sia la discesa che il pianoro sono ingombri di cisto ed è difficile reperire il sentiero corretto, ma alcuni omini di pietre aiutano nell’operazione. Si procede quindi in direzione est, tenendosi sul ciglio del pianoro e lasciandosi a sinistra la Punta Zapparottu, fino ad incontrare un altro muretto a secco presso uno slargo dove si individuano anche resti di antiche strutture pastorali. Da questo luogo si gode di una splendida vista sulla città, su Tavolara e si distingue chiaramente anche il Nuraghe Riu Mulinu, alcune centinaia di metri più in basso.

Si devia quindi verso sinistra (nord) seguendo alcuni omini di pietra che portano, tra la fitta macchia, ad una spalla rocciosa situata leggermente a destra delle cime più alte: queste si raggiungono con facili passaggi su roccette. Una volta in cima, il panorama è semplicemente stupendo: il Golfo di Marinella e di Cugnana, con la Costa Smeralda,  verso destra il mare, Tavolara e l’intero Golfo di Olbia, mentre a ovest si distinguono le aspre torri granitiche di San Pantaleo.

Più lontano si può osservare la seghettata ed inconfondibile sagoma del Limbara, mentre in giornate terse si distingue chiaramente il profilo della Corsica.

Una lunga sosta permette di orientarsi e prepararsi al rientro, che si effettua per la stessa via. In alternativa, dalla cima è possibile ritornare al pianoro seguendo alcuni segni di vernice blu, che perdono quota rapidamente sulle rocce per ritornare allo spiazzo panoramico poco più in basso, da cui si segue poi per il sentiero dell’andata.

PARTENZA

Chiesa di Nostra Signora di Cabu Abbas

40°57’11.8″N 9°30’36.9″E

ARRIVO

Punta Zapparottu

PARCHEGGIO

Spiazzo sterrato vicino alla chiesa di Nostra Signora di Cabu Abbas

COME ARRIVARE

IN AUTO

Da Olbia, percorrere la Circonvallazione Ovest in direzione Golfo Aranci. Alla Rotonda Panama (rotatoria Ottimax), invertire il senso di marcia, svoltare a destra in via Sa Rughittula e subito a sinistra in via Riu Mulinu. Proseguire dritti e svoltare a destra in via Cabu Abbas, in corrispondenza della chiesa di Nostra Signora di Cabu Abbas.

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